"...subito comprai due cavalli, di cui uno d'Andalusia della razza dei certosini di Xerez, stupendo animale, castagno d'oro; l'altro un hacha cordovese, più piccolo, ma eccellente, e spiritosissimo."

(Vittorio Alfieri, La Vita scritta da esso - 1790, 1803)

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Naturalmente nessuna analogia fra me e Vittorio Alfieri. Riporto le sue parole perché mi sarebbe piaciuto vivere in Andalusia quando ci venne lui.

sabato 10 settembre 2011

UMBERTO SABA: LA CAPRA / LA CABRA


Dopo un lungo sonno, il blog si sveglia bilingue, e le Capre della Spiaggia si aggiungono ai Cavallini d'Andalusia.
Mi piace ricominciare con una poesia di Umberto Saba, il meno "artista" e il più essere umano, e perciò il poeta che più mi emoziona, fra gli italiani del XX secolo.
La traduzione spagnola è dello scrittore Jesús López Pacheco (1930-1997)



Después de un largo sueño, el blog se despierta bilingüe, y las Cabras Playeras se agregan a los Caballitos de Andalucía. Quiero empezar esta nueva temporada con un poema de Umberto Saba, que para mí es el menos "artista" y el más ser humano, y por eso el poeta que más me emociona, entre los italianos del siglo XX.
La traducción al español es del escritor Jesús López Pacheco (1930 a 1997)

UMBERTO SABA

La capra
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d'erba, bagnata
dalla pioggia, belava.

Quell'uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno,
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva
gemere in una capra solitaria.


In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.

(da Casa e campagna, 1909-1910)



La cabraHe hablado a una cabra.
Estaba sola en el prado, estaba atada.
Harta de hierba, bañada
por la lluvia, balaba.

Aquel balido igual era fraterno
a mi dolor. Y contesté, primero
por broma, después porque el dolor es eterno,
tiene una sola voz y no varía.
Y yo oía esta voz
gemir en una cabra solitaria.


En una cabra de rostro semita
oía lamentarse cualquier otro dolor,
cualquier otra vida.

(Versión de Jesús López Pacheco)




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